Crimini del comunismo

Il 9 aprile il Parlamento ucraino ha approvato un pacchetto di leggi con il quale equipara il comunismo al nazismo. Queste leggi è solo una logica conseguenza degli eventi degli ultimi 18 mesi nell’Ucraina: la Rivoluzione della Dignità e l’invasione russa. Questi eventi cruciali per la storia ucraina hanno provocato un processo spontaneo tra la popolazione di allontanamento dalle idee e dagli ideali dell’epoca sovietica. I gruppi dei giovani, spesso sostenuti dalle autorità locali,  nelle diverse città del paese abbattono le statue di Lenin e degli altri leader sovietici, i nomi delle vie dedicati agli eventi e ai personaggi del epoca comunista vengono cambiati in più adatti a giorno d’oggi. Le leggi approvate da Verkhovna Rada legittimano queste azioni e permettono al popolo ucraino di scrollarsi di dosso il peso inutile lasciatoci dal regime sovietico.

Tuttavia, non tutti sono contenti delle leggi approvate dal Parlamento, mentre in Ucraina per ovvi motivi ce ne sono tanti sostenitori del comunismo (la maggioranza dei quali sono le persone anziane), nei paesi come Italia il sostegno del regime comunista è abbastanza strano. Ho conosciuto tantissimi italiani che consideravano e considerano l’URSS il paese più democratico e più libero, dove i diritti umani erano al primo posto. Stranamente, ho scoperto che questi sostenitori non sono mai stati nell’Unione Sovietica e neanche mai conosciuto una persona che abbia vissuto il periodo sovietico nell’URSS. Le idee della libertà e democrazia nell’Unione Sovietica continuano a diffondersi in Italia, oggi tra i sostenitori di queste idee ci sono anche gli italiani giovani, ovviamente indignati con il fatto di equiparazione da parte del governo ucraino del comunismo e il nazismo.

Per questo motivo qui sotto io proverò a ricordare diversi crimini del regime comunista contro l’umanità, essendo una cittadina ucraina mi concentro più che altro sui crimini commessi contro il popolo ucraino, ricordando però alcuni commessi contro le altre etnie. Metterò solo i fatti e voi giudicate, ha fatto bene o no il governo ucraino ad equiparare il comunismo al nazismo.

Dunque, ecco qui la cronologia del terrore contro il popolo ucraino.

1917-1922 – Lenin svolse il golpe in Russia (sterminando la famiglia dello zar Nicola II). L’Ucraina dichiarò prima l’autonomia e poi l’indipendenza, ciò non piacque a Lenin perciò fece avanzare le truppe bolsceviche sul territorio della Repubblica Popolare Ucraina, facendo scoppiare una guerra ucraino-sovietica, provocando terribili perdite tra la popolazione civile. Repubblica Popolare Ucraina rimase sconfitta in questo conflitto, che permise ai bolscevichi di occupare l’Ucraina, annetterla ad appena creata Unione Sovietica, e creare Repubblica Socialista Sovietica Ucraina.

1921-1923 – primo Holodomor del popolo ucraino. La fame colpì non solo i territori ucraini ma anche alcune zone più fertili della Russia, ma Lenin ordinò di inviare gli aiuti solo sui territori russi, ignorando completamente le sofferenze del popolo ucraino. Secondo le stime del Comitato Nansen, al sud dell’Ucraina nell’inverno del 1922 soffrirono la fame circa 8 milioni dei contadini. Il numero esatto delle vittime è sconosciuto, secondo le varie stime, nel 1921-1923 circa un mezzo milione degli ucraini morirono di fame.

Bambini del Sud Ucraina nel 1922

Dal 1922 il regime svolse le persecuzioni dei politici e attivisti della Repubblica Popolare Ucraina, spedendo tanti di loro ai lavori forzati in Siberia e tanti eliminando fisicamente.

Nel 1929 iniziò la collettivizzazione. Dopo l’annullamento della NEP (Nuova politica economica) il regime ha deportato più di un milione dei contadini ricchi (kulaki) in Siberia. In totale dalla fine degli anni 20 fino all’inizio degli anni 50 dal territorio ucraino sono state deportate circa 2 milioni 800 mila persone. Nelle loro case in Ucraina portarono i cittadini di origine russa. Negli anni 30 circa 50% dei prigionieri dei campi di concentramento in Siberia componevano gli ucraini.

Nel 1930 circa 47 mila dei lavoratori arrivarono dalla Russia in Ucraina, tra i quali ci furono coloro che dovevano effettuare la campagna di dekulakizzazione e la creazione dei  kolkhoz. I cosiddetti kulaki vennero deportati o eliminati fisicamente. Alla fine del 1932 la quantità delle persone deportate dall’Ucraina fu intorno 2 milioni 400 mila persone, inclusi donne e bambini.

1932-1933 – secondo e il più grande Holodomor, il genocidio del popolo ucraino, che fino all’ultimo si opporrò alla dekulakizzazione e alla confisca dei beni a favore dello Stato. Il tema dell’Holodomor è molto ampio ed è stato descritto nei lavori di diversi ricercatori non solo ucraini, tra cui il ricercatore americano James Mace, lo storico inglese Robert Conquest, il ricercatore italiano Andrea Graziosi. Il numero esatto delle vittime è impossibile da stabilire, in quanto il censimento del 1937 è stato falsificato. Comunque, secondo le stime dei diversi ricercatori possiamo dire che tra 7 e 10 milioni di ucraini caddero vittime di questo crimine efferato contro l’umanità. E nel 1933 il capo della procura generale ucraina V.Balytskyi dichiarò che nel 1933 nell’Ucraina morirono di fame 12 milioni di persone. Interi villaggi furono sterminati, ed ovviamente il regime comunista fece trasferire le famiglie dal territorio russo nell’Ucraina, popolando in questo modo intere zone svuotate dall’Holodomor.

Cimitero a Kharkiv. I corpi congelati dei contadini ucraini morti di fame, 1933

Il 10 dicembre del 1932 il Comitato centrale del partito comunista rilasciò un’ordinanza della “Purga del partito”. Secondo questa ordinanza nel 1932-1933 furono espulsi 51 mila membri, tra i quali 27 mila sono gli ucraini. Durante tale “purga” sono stati eliminati circa 1000 membri di autorità e 300 insegnanti, professori e membri dell’Academia delle scienze.

Dal 1934 entrò in vigore il divieto di produrre le opere artistiche con le caratteristiche etniche ucraine, di studiare la vera storia della Rus-Ucraina, di ricordare gli Holodomor. Gli storici, gli scrittori, gli artisti, scampati alle purghe, che in modo cosciente o incosciente non rispecchiavano la “realtà sovietica” furono perseguitati dal regime, le loro opere bandite o distrutte. Ad esempio, furono repressi nei diversi periodi il dissidente Ivan Dziuba per la sua opera “Internazionalismo o russificazione”, gli storici Mykhailo Braichevskyi e Yaroslav Dashkevych, il poeta Volodymyr Sosiura, il compositore Kostiantyn Dan’kevych, lo scrittore e il regista Oleksandr Dovzhenko e tanti tanti altri.

Nell’inverno del 1934-1935 a Kharkiv le autorità sovietiche organizzarono il cosiddetto raduno dei kobzari, per cui arrivarono più di 300 musicisti, tutti furono cinicamente arrestati e fucilati fuori città. Per approfondire leggete qui: https://ucraina-ucraini-in-italia.webnode.com.ua/news/i-kobzari-fucilati/

Il 3 novembre del 1937 – il culmine della macchina repressiva sovietica. Quel giorno “in nome del 20° anniversario della Grande Rivoluzione di ottobre” nel campo speciale Solovky furono fucilati diversi attivisti, artisti, scrittori, poeti, scienziati ucraini, tra i quali: Les’ Kurbas (il regista e il fondatore del teatro “Berezil’”), Mykola Kulish (scrittore e regista), Matviy Yavorskyi (storico), Valerian Pidmohylnyi (scrittore e traduttore), Marko Voronnyi (poeta e traduttore), e tanti altri. In totale per festeggiare la “grande festa” il 3 novembre del 1937 il regime fucilò più di 100 rappresentanti dell’intellighenzia ucraina. L’intellighenzia ucraina repressa, torturata e fucilata fu chiamata “Rinascimento fucilato”.

Rinascimento fucilato

17 settembre 1939 – l’URSS in base al patto Ribbentrop-Molotov, in collaborazione con la Germania nazista, invase la Polonia orientale. Nella primavera del 1940 più di 20 mila ufficiali dell’esercito polacco furono fucilati nella foresta nei pressi di villaggio Katyn’.

Vittime del massacro di Katyn

Nell’inverno del 1940 il regime sovietico iniziò il processo di deportazione di massa della popolazione dell’Ucraina occidentale in Siberia e Kazakistan. Secondo le statistiche al 13 febbraio del 1940 quasi 90 mila persone furono deportate, mentre fino ad aprile dello stesso anno deportarono altri 61 mila degli abitanti dell’Ucraina occidentale.

Nel 1941, durante la ritirata dell’Armata Rossa, mentre i tedeschi avanzavano, i sovietici fucilarono i prigionieri ucraini: a Lviv furono fucilati più di 3500 persone, a Lutsk più di 3 mila, alcune migliaia furono eliminate nelle prigioni di Stryi, Dubno, Sambir, Zolochiv, Stanislav, Ternopil, Rivne, Berdychev, Uman’, Sicheslav, Nikopol’, Kyiv, Kharkiv. A Odesa fucilarono 13 mila prigionieri politici. In totale i bolscevichi, ritirandosi fucilarono nei carceri più di 200 mila ucraini. Tutte queste fucilazione furono svolti sotto la copertura del “Piano di evacuazione dei prigionieri” dai carceri ed eseguendo gli ordini di Lavrentiy Beria del 25 giugno del 1941. In meno di due anni (1939-1941) dell’occupazione della Galizia circa un milione 500 mila persone furono fucilate o deportate in Siberia, tra i quali la maggioranza componevano attivisti vari, i membri dell’OUN (Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini), “Plast” (equivalente ucraino di Scautismo), l’organizzazione culturale “Prosvita”, i legali, gli scienziati, gli scrittori, i sacerdoti. A ottobre nel villaggio Nepokryte (oggi Shestakove) nei pressi di Kharkiv i comunisti chiusero dentro un granaio e arsero vivi circa 300 persone facenti parte dell’intellighenzia ucraina, tra i quali ci fu anche il poeta famoso Volodymyr Svidzinskyi. A Kyiv gli agenti di NKVD arrestarono i professori, gli insegnanti, gli scienziati e gli studenti, per poi fucilarli. Secondo la lista incompleta resa pubblica oggi, 5147 persone furono eliminate.

Il 18 maggio del 1944 NKVD svolse la deportazione dei qirimli (tatari di Crimea) dalle loro terre verso i paesi di Uzbekistan, Kazakistan, Tagikistan, ciò provocò diverse migliaia di morti tra questa etnia. Nelle loro terre Stalin rimpiazzò i cittadini sovietici dai territori russi. Per questo motivo oggi in Crimea c’è un alta densità della popolazione russa.

Nel 1944-1953 gli occupanti russi uccisero le migliaia dei combattenti e attivisti di UPA e OUN. Solo nell’Ucraina occidentale furono deportate circa 2 milioni di ucraini, tra i quali i rappresentanti di intellighenzia, i cosiddetti “kulaki”, i famigliari dei combattenti dell’OUN-UPA, i loro simpatizzanti e dei semplici ucraini.

Nel 1946-1947 il regime effettua un terzo Holodomor sul territorio dell’Ucraina, che causò le morti di circa 1 milione e mezzo degli contadini ucraini.

Nell’autunno del 1956 in Ungheria si svolse una rivoluzione antisovietica, la quale fu schiacciata con l’aiuto delle Forze Armate sovietiche. Mosca inviò in Ungheria un esercito composto da circa 200.000 uomini e 4000 carri armati a combattere contro 50 mila manifestanti, 15 mila squadre armate, Guardia Nazionale, e circa 100 carri armati. Nel conflitto furono uccisi 2652 cittadini ungheresi, e rimasero feriti 19226 ungheresi.

Dopo la morte di Stalin avvenuta nel 1953 per alcuni anni la sua politica fu sostenuta e continuata. Invece nel 1956, durante la XX Assemblea del Partito Comunista dell’URSS il cosiddetto “Culto di personalità” di Stalin fu parzialmente condannato. A quell’epoca iniziò il periodo chiamato nella storia il “disgelo di Khrushchov”. Tuttavia il “disgelo” non durò a lungo, con l’arrivo di Leonid Brezhniev al potere a Mosca venne svolta la riabilitazione di Stalin, rinacque il neostalinismo, vennero applicati i metodi dell’epoca staliniana: i genocidi, le fucilazioni, gli arresti di massa, i processi chiusi, la russificazione forzata, e la rinascita del “culto di personalità”, però questa volta di Brezhniev.

Nel periodo di “disgelo di Khrushchv” nell’Ucraina la giovane intellighenzia ucraina vive un periodo di relativa libertà. I giovani condizionati dalle tradizioni del “Rinascimento fucilato” e dalle opere della cultura ucraina del fine del XIX secolo – inizio del XX secolo sviluppano la loro visione alternativa delle cultura nazionale. I giovani artisti e attivisti fondano nel 1960 il Club della gioventù creativa a Kyiv, il quale diventa il vero centro dell’attività della cultura alternativa a quella sovietica. Gli artisti di quel periodo organizzavano le mostre, le letture delle opere proibite, le serate in memoria degli artisti repressi, scrivevano le petizioni chiedendo alle autorità di proteggere la cultura ucraina. Ovviamente, questa attività suscitò il malcontento del regime comunista, così dal 1962 iniziò la pressione nei confronti dell’intellighenzia nonconformista ucraina. E nel 1965 è stata la prima ondata di arresti tra gli scrittori, scienziati e studenti ucraini. Più di 75 giovani sono stati arrestati per la distribuzione della letteratura ucraina e accusati di “propaganda antisovietica” e di  “nazionalismo borghese”. Tra gli arrestati ci sono: Ivan Svitlychnyi (critico letterario), Oleksandr Martynenko (ingegnere), Mykola Hryn’ (scienziato), Mykhailo Horyn’ (psicologo e attivista), suo fratello Bohdan Horyn’ (critico letterario), Mykhailo Osadchyi e Mykhailo Kosiv (professori universitari), Yaroslava Menkush (stilista), Panas Zalyvakha (pittore). Il regime ha svolto gli arresti al fine di intimorire il resto dell’intellighenzia, tuttavia ciò ha avuto l’effetto contrario, le repressioni hanno suscitato l’indignazione tra i giovani attivisti che si è manifestata nella protesta durante la prima del film “Le ombre degli avi dimenticati”, il 4 settembre del 1965, le lettere in difesa degli arrestati, la pubblicazione dei libri di Ivan Dziuba “Internazionalismo o russificazione” e di Viacheslav Chornovil “L’ingegno, che guaio”.

Dissidenti degli 60-70 (da sinistra a destra): Ivan Drach, Mykola Vinhranovskyi, Hryhoriy Syvokin', Leonida Svitlychna, Mykhailyna Kotsiubynska, Ivan Svitlychnyi.

Nel 1962 tre giovani attivisti Les’ Taniuk, Alla Horska e Vasyl Symonenko scoprono a Bykivnia (Kyiv) e ai cimiteri Lukianivskyi e Vasylkivkyi le sepolture di massa delle persone fucilate da NKVD negli anni 30-40, e scrivono una lettera ala Comune di Kyiv chiedendo di rendere pubblici i dati riguardanti le fucilazioni di massa. Dopodiché Vasyl Symonenko è stato selvaggiamente pestato più volte dalla polizia. I pestaggi gli hanno provocato un danno permanente ai reni, il quale lo ha portato alla morte a soli 28 anni, il 13 dicembre del 1963.

Vasyl Symonenko

20 agosto 1968 – l’URSS insieme agli Stati del patto di Varsavia invadono la Cecoslovacchia per reprimere la liberalizzazione della società cecoslovacca.

28 novembre 1970 – a Vasylkiv (nei pressi di Kyiv) è stato trovato il corpo senza vita della pittrice e attivista antisovietica Alla Horska. Il regime da subito inizia l’occultamento delle prove e accusa dell’omicidio il suocero di Horska, che essendo anziano che si muoveva con il bastone avrebbe colpito la pittrice con il martello in testa, poi l’avrebbe trasportato nel piccolo ripostiglio sotterraneo, dopodiché si sarebbe suicidato buttandosi sotto il treno.

Alla Horska

A cominciare dal 12 gennaio del 1972 inizia la seconda ondata delle repressioni dell’intellighenzia ucraina. Sono stati arrestati circa 100 attivisti, svolte le migliaia di perquisizioni, le decine di migliaia di persone sono state terrorizzate durante gli interrogatori, licenziate dal lavoro, espulse dalle università. Quasi tutti gli attivisti degli anni 60 sono stati condannati alla pena di 7 anni di reclusione nei campi e 5 anni di deportazione: Ivan e Nadia Svitlychni, Viacheslav Chornovil, Yevhen Sverstiuk, Iryna e Ihor Kalynets, Vasyl Stus e tanti altri. Gli attivisti che rifiutavano di testimoniare erano rinchiusi negli ospedali psichiatrici (Mykola Plakhotniuk, Leonid Pliushch…)

Nel 1977 il regime colpisce l’organizzazione per la lotta per i diritti umani, così vengono arrestati i membri del Gruppo Ucraino di Helsinki Mykola Rudenko, Oleksa Tykhyi, Levko Lukianenko, Mykola Matusevych, Myroslav Marynovych.

Levko Lukianenko

Aprile-maggio del 1979 gli agenti di KGB uccidono il famoso compositore ucraino Volodymyr Ivasyuk, dichiarando che lui ha commesso il suicidio. Qui potete leggere un approfondimento: https://ucraina-ucraini-in-italia.webnode.com.ua/news/volodymyr-ivasyuk-lartista-che-amava-troppo-lucraina/

Volodymyr Ivasyuk

1979-1989 – aggressione sovietica nei confronti di Afghanistan. In seguito a questa invasione assurda sono morte diverse migliaia dei giovani uomini ucraini, e centinaia di migliaia sono rimasti invalidi.

Negli anni 1979-1982 si è svolta un’altra ondata delle repressioni nei confronti degli attivisti antisovietici, tra gli arrestati Stepan Khmara, Ivan Kandyba, Yuriy Badzio, Yuriy Lytvyn, Mykola Horbal’ e tanti altri.

Vasyl Stus

Inoltre, il sistema sovietico trattava con negligenza e menefreghismo la vita umana, gli impianti industriali costruivano spesso senza dare peso ai dettagli che poi determinavano la funzionalità e sicurezza di tali sistemi. Questo trattamento ha provocato diverse tragedie, che hanno ucciso le migliaia di persone: la tragedia di Kurenivka del 1961 (https://ucraina-ucraini-in-italia.webnode.com.ua/news/tragedia-di-kurenivka-unaltra-pagina-occultata-dal-regime-sovietico/), la catastrofe nucleare di Kyshtym del 1957, l’esplosione del missile R-16 nel 1960, la tragedia nucleare di Chornobyl, e tante altre, tante di cui non abbiamo mai sentito parlare, perché il regime come al suo solito ha occultato e distrutto tutte le prove e tutte le informazioni a riguardo.

Ecco qui la lista, sicuramente mi sarà sfuggito qualcosa, ma secondo me, anche questi fatti bastano per capire i motivi che hanno spinto il governo ucraino ad equiparare il comunismo al nazismo.

Dana Kuchmash