Tragedia di Kurenivka: un’altra pagina occultata dal regime sovietico

Qualche giorno fa ho tradotto un articolo, che raccontava di 10 più grandi segreti dell’Unione Sovietica (ucraina-ucraini-in-italia.webnode.com.ua/news/a10-piu-grandi-segreti-dellunione-sovietica/). Alcuni segreti presenti nell’articolo sono davvero terrificanti, tuttavia secondo me quella lista non è completa. Nell’epoca sovietica c’è stata un'altra catastrofe spaventosa, provocata dalla negligenza, menefreghismo, voglia di sconfiggere la natura e tentativo di cancellare la memoria. La tragedia stessa era spaventosa quanto i tentativi di occultamento dell’accaduto. Per decenni il regime sovietico ha fatto di tutto per nascondere i fatti dal mondo esterno, costringendo i superstiti e i parenti delle vittime al silenzio. La catastrofe ha colpito un vasto territorio della capitale ucraina, uccidendone circa 1500 persone.

La tragedia di Kurenivka è un esempio unico di come il regime sovietico trattava il problema. Prima le persone sono state uccise dalla negligenza e dal menefreghismo, e poi la memoria di queste persone è stata seppellita. Oggi è difficile comprendere com’era possibile nascondere la morte di circa 1500 persone.

Il 13 marzo del 1961 lo slurry composto di sabbia e argilla, scaricato per 10 anni nel Babyn Yar, ha spaccato la diga nel terzo contrafforte e una valanga enorme del fango si è riversata verso la via Frunze, allagando il territorio in pochi minuti.

Per capire le cause della tragedia bisognerebbe tornare nel 1950, 11 anni prima della catastrofe.

Babyn Yar è un territorio nel distretto Shevchenkivskyi, in base alle numerose fonti documentali e cartografiche è un territorio dalla odierna via Dorohozhytska fino a Kurenivka (via Frunze).

Prima delle costruzioni, Babyn Yar era uno dei più grandi burroni sul territorio di Kyiv, lungo più di 2,5 km e profondo 10-50 metri.

Babyn Yar, 1934

Durante la Seconda guerra mondiale in pochi giorni nel Babyn Yar è stata fucilata praticamente tutta la popolazione ebraica della città. In due anni di occupazione di Kyiv sono morte più di 200 mila persone, 100 mila dei quali nel Babyn Yar. Esso è diventato un simbolo della sofferenza della popolazioni pacifica durante la guerra.

Nei primi tempi i lavori di edilizia, svolti dalle autorità comunali, evitavano Babyn Yar, perciò il burrone non cambiava esternamente. Alla fine degli anni 40 - inizio degli anni 50 insieme al ripristino degli stabilimenti industriali e l’edilizia residenziale, è iniziata anche la rinascita dei parchi, giardini e viali di Kyiv.

Le autorità comunali progettarono di costruire un parco sul territorio di Babyn Yar, per fare questo bisognava far sparire il burrone. Così furono sviluppate le misure per trasformare Babyn Yar in un piazzale, per poi costruirci sopra un quartiere residenziale con il parco. Nel 1950 l’esecutivo comunale di Kyiv prese la decisione di riempire il burrone con i rifiuti dei mattonifici, che all’epoca lavoravano al massimo della propria potenza. Fu presa la decisione di non versare il terreno per riempire il burrone, ma versare la sabbia con l’acqua, utilizzando l’idromeccanizzazione.

Così, iniziarono a versare lo slurry nei contrafforti n°1 e 2, evitando quello n°3. I mattonifici di Petrovskyi lavoravano 24 ore su 24, nonostante il progetto iniziale, dove furono indicati i termini del lavoro di 8 ore al giorno. Lavoravano d’inverno, malgrado fosse categoricamente vietato dalle normative. In base al progetto tecnico, il riempimento dei contrafforti di Babyn Yar doveva svolgersi per 8 messi di ogni anno (da aprile fino a dicembre), però i lavori venivano fatti per tutto l’anno, senza sosta.  La defluizione delle acque piovane è stata progettata male, non era previsto il fatto che Babyn Yar aveva il fondo di argilla, perciò il terreno non filtrava bene l’acqua. Mentre il riempimento si svolgeva intensamente, senza le pause per una filtrazione naturale delle acque.

Secondo il progetto, il burrone sbarrato da una diga doveva essere riempito con lo slurry dai mattonifici. L’acqua tramite il sistema di drenaggio doveva defluire e il resto doveva solidificarsi. Ciò permetteva di creare un luogo per costruire il parco, i palazzi e gli altri impianti della città. In 10 anni nei contrafforti del burrone sono stati versati più di 4 milioni m3 di fango. In particolare, nel terzo contrafforte, dove è successo l’incidente, è stata versata la maggioranza assoluta dello slurry – più di 3 milioni di metri cubi! Invece di costruire una diga di cemento, come avrebbero fatto in qualsiasi altro paese civile, i progettisti sovietici decisero di risparmiare erigendo una diga fatta di terreno.  Inoltre, la zona di lavorazione si trovava a 60 metri sopra il quartiere residenziale.

Gli abitanti di zona da tempo osservavano questo scempio e temendo un disastro scrissero le lettere di preoccupazione al “sindaco” Oleksiy Davydov. Le lettere ovviamente furono ignorate.

Quasi 10 anni di versamento dello slurry dentro il burrone con le violazioni delle normative di tecnologia non potevano che trasformarsi in una tragedia. Così, il 13 marzo del 1961, alle 8:30, la diga di terreno cedette. Un’onda di fango alta 14 metri, larga 20 metri, e con una velocità di 3-5 m/sec si riversò su Kurenivka.

Mappa della tragedia

Sul percorso di questa onda ci fu il deposito dei tram di Krasin, il fluido colpì con violenza la struttura lasciando al suo posto solo un mare di fango. L’onda spazzò via tutto, persino il palazzo amministrativo, le pareti del quale furono spesse oltre un metro. Kurenivka si trasformò in una palude profonda circa 3 metri. I sopravvissuti si rifugiarono sui tetti delle case semi distrutte.

Deposito dei tram subito dopo il disastro

La reazione delle autorità fu alquanto strana. I testimoni ricordano, che sul territorio del deposito dei tram ci furono i casseforti che contenevano il ricavato delle giornate precedenti, i soccorritori invece di cercare i sopravvissuti sotto le tonnellate di fango, per prima cosa si misero a cercare proprio quei benedetti casseforti.

13/03/1961, lo slurry si muove lungo la odierna via Telihy

Quando le acque defluirono, lo slurry si trasformò in pietra. Più tardi si scoprì, che dentro questa pietra si formarono i sacchi d’aria, all’interno dei quali furono intrappolate le persone ancora vive. La maggior parte di queste persone vissero per alcuni giorni, e alla fine morirono senza essere mai soccorsi. Alcuni testimoni raccontano, che nel palazzo amministrativo trovarono 13 persone abbracciate tra di loro, si scoprì che queste persone vissero per 3 giorni all’interno di una delle sacche d’aria, però quando li trovarono tutti furono morti.

Le case allagate in via Frunze

Lo slurry si solidificò abbastanza in fretta, così le autorità tolsero dal luogo del disastro i mezzi militari, facendo scavare il fango solidificato dai mezzi specializzati (bulldozer, escavatori). Gli escavatori, cercando di scavare lo slurry, con i cucchiaioni strappavano le carni alle persone intrappolate ma ancora vive. In seguito a questa operazione il riconoscimento dei corpi fu resa impossibile. Tanti uomini alla guida degli escavatori, dopo aver sentito le urla delle persone intrappolate rifiutavano di effettuare il lavoro.

Le case e l'asilo distrutti

Ancora oggi non conosciamo il numero esatto delle vittime di questa tragedia. Le autorità sovietiche hanno fato tutto il possibile per nascondere la verità. La stampa sovietica logicamente ha sminuito la tragedia, comunicando “tra l’altro” la notizia di un “incidente” nella zona di Kurenivka. La commissione governativa, che ha svolto l’indagine del disastro, ha dichiarato la morte di 145 persone, mentre il ricercatore A.Anisimov nel suo libro afferma che la catastrofe di Kurenivka ha ucciso circa 1500 persone. Tutte le vittime della tragedia sono seppellite nei diversi cimiteri, sparsi in tutta la città, al fine di non dare la possibilità di contare i morti in questa catastrofe annunciata.

La diga distrutta dalla massa fluida

I sopravvissuti sono stati costretti a tacere per decenni. I feriti non hanno mai avuto un degno risarcimento, in tanti casi lo Stato rifiutava di concedere l’invalidità ai sopravvissuti nel disastro.  Le autorità sovietiche hanno cancellato la tragedia di Kurenivka dalla storia, tutte le informazioni a riguardo sono state classificate, le testimonianze sminuite e i testimoni zittiti. Solo nel 1991, per la prima volta da qual terribile giorno i superstiti si sono riuniti vicino al deposito dei tram di Krasin per ricordare le vittime di tragedia.

ll memoriale delle cinquanta vittime tra i dipendenti del deposito dei tram

Lo Stato sovietico voleva cancellare la memoria delle vittime del nazismo nel Babyn Yar, iniziando i lavori mal progettati e ancora peggio effettuati, ciò ha provocato un'altra spaventosa tragedia. Gli abitanti di Kurenivka all’epoca dicevano “Babyn Yar si è vendicato”. Le autorità hanno fatto di tutto e di più per cancellare anche il ricordo della tragedia di Kurenivka dalla memoria degli ucraini, e malgrado il materiale riguardante questa terribile pagina della storia di Kyiv non si trovasse a sufficienza in rete internet, io spero che i giovani di oggi non permetteranno al governo odierno di insabbiare e dimenticare questa tragedia… Quelle 1500 vittime innocenti meritano di essere ricordate!

Dana Kuchmash