Sparatoria a Mukachevo: semplice regolamento di conti o destabilizzazione della regione?

Nel pieno giorno dell’11 luglio 2015, nella cittadina tranquilla della regione di Transcarpazia, Mukachevo, ha avuto luogo una sparatoria tra gli esponenti di Pravyi Sektor e i criminali del parlamentare del blocco di opposizione, Mykhailo Lanio, la quale ha portato a morti e feriti. La versione della milizia locale è un regolamento di conti tra i criminali e Pravyi Sektor che semplicemente vorrebbero appropriarsi di una parte del contrabbando gestito dal deputato della Verkhovna Rada Mykhailo Lanio. Mentre i rappresentanti di Pravyi Sektor dichiarano di essere andati al centro fitness su invito dello stesso Lanio, che voleva mettersi d’accordo affinché loro lascino stare il suo traffico di contrabbando e di droga, che Pravyi Sektor tenta di bloccare.

Mykhailo Lanio, sopranome criminale Bliuk, il deputato di Verkhovna Rada

Non voglio scendere nei dettagli, anche perché essi non sono ancora ben chiari, in quanto ogni parte presenta la propria versione dei fatti.  Trovare chi ha ragione e chi ha torto non è lo scopo di questa mia piccola riflessione. Io, da cittadina della regione di Transcarpazia, mi chiedo, ma siamo proprio sicuri che si tratta solo del banale contrabbando, regolamento di conti e traffico di droga? O forse la situazione va ben oltre le banalità criminali quotidiani e in realtà riguarda i tentativi di destabilizzare l’Ucraina, in particolare la regione di Transcarpazia, da parte di Mosca.

Basta vedere un po’ chi sono le persone che comandano milizia regionale e analizzare un pochino gli eventi a prima vista insignificanti.  

La regione è uno tra i punti più deboli dell’Ucraina, già da più di 20 anni qui fiorisce il separatismo dei cosiddetti “ruteni”,  quali insistono di non appartenere alla nazione ucraina e spesso e volentieri chiamano l’Ucraina un paese occupante della Transcarpazia. Questo movimento si è attivato particolarmente subito dopo la dichiarazione dell’indipendenza ucraina. Fin dall’inizio il movimento separatistico dei “ruteni” era sostenuto e finanziato dal partito comunista ucraino, parecchi esponenti del movimento ne facevano parte. Poi ai comunisti ucraini si è aggiunto anche il partito socialista progressista con l’odiosa Natalia Vitrenko a capo, alla fine il sostegno e finanziamento i separatisti locali hanno ricevuto anche dal partito delle regioni di Yanukovych, e dai suoi ex esponenti tipo Nestor Shufrych (un noto mafioso e ucrainofobo), lo stesso figurante nel caso di Mukachevo Mykhailo Lanio, e tanti tanti altri, meno conosciuti nel resto dell’Ucraina. Inoltre, il separatismo nella regione e fomentato anche dalla chiesa ortodossa di Patriarcato di Mosca, che è molto diffusa tra la popolazione locale, la quale chiesa ortodossa di Mosca ovviamente non rinuncia alla propaganda antiucraina e filorussa. Per tutti 20 anni il movimento dei “ruteni” è stato sostenuto e finanziato anche dalla stessa Mosca.

Negli ultimi anni e soprattutto dopo la vittoria di Maidan il movimento separatistico dei “ruteni” si è intensificato. Un tale Petro Getsko nel periodo dell’annessione di Crimea ha scritto una lettera aperta a Putin, chiedendolo di aiutare ai ruteni di “liberarsi dall’occupazione ucraina” introducendo l’esercito russo sul territorio della regione. Dopodiché Getsko ha dichiarato “l’indipendenza” della “Repubblica Popolare Subcarpatica” e si è autoproclamato il primo ministro di questa nuova creazione. Però, Getsko già da 5 anni vive a Mosca, e non potrebbe neanche venire in Ucraina, in quanto ha il mandato di cattura nei suoi confronti appunto per il separatismo. Ovviamente, Getsko è solo un burattino nelle mani di coloro che si trovano a Cremlino.

Petro Getsko a Mosca con la bandiera della cosiddetta "Repubblica popolare Subcarpatica"

Inoltre, nella regione c’è la presenza di un altro personaggio odioso ancora dai tempi del Presidente Kuchma, si tratta di Viktor Medvedchuk, l’amico di presidente russo Vladimir Putin, e leader del movimento antiucraino “Ukrainskyi vybir” (Scelta dell’Ucraina). Medvedchuk si è radico nella Transcarpazia ancora a metà degli anni 90, quando il suo “Partito social-democratico unito” si è insediato nella regione, avendo i suoi esponenti a tutti i livelli del potere. Col tempo il “Partito social-democratico unito” ha perso le sue posizioni politiche sia nell’Ucraina sia nella regione… ma Medvedchuk è rimasto. Non solo è rimasto ma con il passare del tempo ha fondato il suo partito “Ukrainski vybir”, l’attività antiucraina del quale merita un articolo a parte.

Serhiy Sharanych, attuale capo della milizia di Transcarpazia

Con l’avvento di Maidan tutti noi speravamo, che finalmente nella regione al potere arrivassero facce nuove, persone che riuscissero a cambiare questo sistema marcio e colluso tra la mafia e il separatismo. Tuttavia, fin dai primi tempi il vecchio sistema, che come piovra ha penetrato a tutti livelli del potere nella regione, ha opposto e continua ad opporre un’incredibile resistenza. E mentre il governo centrale a Kyiv cercava di risolvere i problemi nelle altre regioni, la Transcarpazia è stata dimenticata nuovamente, e il nuovo governo ha ripetuto il vecchio errore dei governi precedenti. Così, quando l’estate scorsa Serhiy Sharanych, una persona fidata di Medvedchuk, è stato nominato il capo del Ministero degli interni nella regione di Transcarpazia (milizia), gli attivisti e le varie forze che hanno partecipato alla Rivoluzione della Dignità hanno organizzato una serie di proteste e hanno scritto e firmato la lettera al governo e al ministro degli interni Arsen Avakov, con la richiesta di non confermare questa nomina. Gli attivisti hanno presentato anche le prove che confermano la collusione di Sharanych con la mafia locale e con le forze antiucraine della regione. Basta ricordare, che Sharanych è stato supportato dagli organizzatori di AntiMaidan a Uzhhorod, e dagli ex sindaci della città Serhiy Ratushniak e Viktor Pohorelov (Pohorelov tramite il tribunale corrotto è stato reintegrato nella sua carica attuale di sindaco di Uzhhorod), due politici sostenitori del regime di Yanukovych, nonché gli uomini d’affari con il passato criminale.

Protesta della comunità contro la nomina di Sharanych

Quando in tutte le regioni dell’Ucraina venivano create le squadre di autodifesa territoriale, le quali avrebbero dovuto aiutare alle nuove forze di stabilire l’ordine nel paese ed aiutare alle forze dell’ordine di eliminare sul nascere i movimenti separatistici nelle regioni, Sharanych ha fatto tutto il possibile per sabotare tale creazione nella Transcarpazia. Infatti, dopo una valanga di critica da parte dei cittadini della regione, Sharanych ha permesso di formare le squadre di autodifesa territoriale dagli uomini mobilitati tramite gli uffici di reclutamento, e non dai volontari, come è stato fatto nelle altre regioni. Un’azione chiaramente antiucraina, un azione che avrebbe dovuto permettere ai separatisti di agire più liberamente? Secondo tanti attivisti regionali sì, in quanto gli uomini costretti a combattere sono meno motivati rispetto ai volontari e quindi nel caso di un vero problema si dedicherebbero meno del dovuto.

Da quando Sharanych è salito definitivamente al potere della milizia nella regione anche i movimenti separatistici hanno intensificato le loro operazioni. Queste operazioni (sottolineo, di solito rimangono ignote al resto dell’Ucraina) hanno raggiunto il loro culmine a novembre del 2014. Il 26 novembre 2014 il Servizio della Sicurezza Ucraino (SBU) ha smantellato il tentativo del gruppo di persone di rovesciare il governo locale di Transcarpazia, allo scopo di creare la “repubblica popolare Subcarpatica”. L’obbiettivo del gruppo era l’occupazione dei palazzi governativi della regione e degli altri impianti strategici con le forze dei sabotatori travestiti da “autodifesa locale”. Uno scenario che abbiamo già visto in Crimea e poi anche al Donbas! Nella comunicazione del SBU sul loro sito (https://www.sbu.gov.ua/sbu/control/uk/publish/article?art_id=134354&cat_id=133739&mustWords=%D0%BF%D1%96%D0%B4%D0%BA%D0%B0%D1%80%D0%BF%D0%B0%D1%82%D1%81%D1%8C%D0%BA%D0%B0+%D1%80%D1%83%D1%81%D1%8C&searchPublishing=1) si parla del capo gruppo, una persona che oggi abita in Russia. Non c’è alcun dubbio che si tratta proprio del famigerato Petro Getsko, l’autoproclamato primo ministro della “repubblica popolare Subcarpatica”, nonché un fantoccio di Cremlino. Dopodiché ai giornalisti di Zakarpattia online sono capitati tra le mani i video che confermano la preparazione del rovesciamento del governo regionale da parte dei burattini di Putin (qui potete trovare i dettagli: https://ucraina-ucraini-in-italia.webnode.com.ua/news/rovesciamento-del-governo-in-transcarpazia-da-parte-dei-sabotatori-russi-era-pianificato-al-10-novembre-del-2014/ )

Quindi, tornando alla sparatoria di Mukachevo, la milizia di Sharanych invece di svolgere il ruolo delle forze dell’ordine e cercare in tutti i modi di evitare oppure placcare il conflitto a fuoco, ha preso le parti dei criminali di Mykhailo Lanio! Dato, che Sharanych è una persona fidata di Medvedchuk e Lanio è un ex esponente del partito delle regioni, ed entrambi sono i fantocci dei politici collegati direttamente a Putin, valuterei il caso della sparatoria non come una semplice faida criminale ma come un ennesimo tentativo di destabilizzare la situazione nella regione da parte della Russia di Putin. Questa ipotesi potrebbe essere confermata anche dal fatto, che uno dei primi video girati sul posto appartengono ai giornalisti della cosiddetta “Novorossia” e dalle dichiarazioni di un militante della “DNR” diffuse in rete, che una delle vittime uccise durante il conflitto a Mukachevo e uno dei feriti erano i “ribelli” della stessa “Novorossia”. Tutto ciò confermerebbe, che i conflitto a fuoco è stata una provocazione ben preparata da parte delle forze separatistiche nella regione.

Post di militante della "DNR" riguardo alla morte di un "ribelle" della "Novorossia" durante il conflitto a Mukachevo

Per la prima volta negli ultimi anni il governo ucraino se n’è accorto dell’esistenza del problema nella regione di Transcarpazia. Ora è importante che le nostre autorità valutino per bene la situazione intorno alla sparatoria e si rendano conto, che questo conflitto è stata solo una piccolissima punta di un grosso iceberg, sotto la quale si nascondono non solo il contrabbando e le attività criminali dei vari clan ma anche la vera e propria minaccia di separatismo fomentato e finanziato da Mosca, che rischia di aprire un altro fronte sul territorio ucraino.

 

Dana Kuchmash