Ucrainizzazione: Rinascimento fucilato

In questi giorni ricorre un triste anniversario, dal 27 ottobre del 1937 nella foresta Sandarmokh (Russia) ebbe inizio l’esecuzione mediante fucilazione dell’intellighenzia la quale con la sua attività negli anni 20 tirò fuori la cultura ucraina dalle tenebre della russificazione e sottomissione secolare. Questo atto barbarico del regime staliniano rigettò l’arte e la letteratura ucraina dall’avanguardia europea verso la cultura tipica sovietica, quasi robotizzata, che elogiava Stalin, Cremlino e comunismo, cambiando il destino di diversi rappresentanti dell’intellighenzia verso la morte, oppure spezzandogli la vita e trasformandoli in succubi servi del regime.

Ma partiamo dall’inizio…

Dopo la sconfitta dell’Ucraina nella guerra contro la Russia bolscevica degli anni 1917-1921, si formò lo Stato sovietico. La giovane Repubblica Ucraina si opponeva fortemente alle politiche del governo bolscevico, perciò Lenin decise di cambiare la rotta dal comunismo militare alla NEP (nuova politica economica) nel settore di economia e all’ucrainizzazione nel settore di cultura e istruzione, involontariamente dando una forte spinta allo sviluppo della lingua, letteratura e arte ucraina.

Nel 1922 a Mosca si svolse la prima Assemblea dei Soviet durante la quale l’Ucraina insieme alla Russia, Belorus e la federazione Caucasica firmarono l’accordo della fondazione dell’URSS. I bolscevichi nominarono Kharkiv capitale della nuova repubblica Ucraina, in quanto secondo loro questa città fu proletaria e non fu macchiata da diverse ondate degli indipendentisti ucraini come lo fu Kyiv. Per la prima volta dopo l’occupazione russa il popolo ucraino ottenne i propri confini, sulla carta l’Ucraina ebbe la sua autonomia, la sua lingua, il suo governo… 

Ovviamente l’indipendenza fu solo decorativa. Nonostante il fatto che le politiche del governo centrale furono solo di facciata, in Ucraina esse provocarono una specie di liberalizzazione e ucrainizzazione della vita quotidiana. Dopodiché successe un’esplosione sociale e politica, che portò alla luce nuovi volti.

Con questi nuovi volti emerse Mykola Khvyliovyi, l’autore del motto “Via da Mosca!”, giovane scrittore ucraino diventò il simbolo dell’ucrainità durante il periodo del Rinascimento rosso degli anni 20.

Mykola Khvyliovyi

Dalla guerra tornò il giovane Volodymyr Sosiura per diventare un poeta lirico ucraino con la mentalità e l’anima più raffinati.

    Amate l’Ucraina come il sole,

amate come vento, erbe, e acque…

Nell’ora felice e nell’attimo gioioso,

amatela nell’ora più buia

Amate l’Ucraina nel sogno e in realtà,

la nostra Ucraina di amarene,

la sua bellezza sempre viva e nuova,

e la sua lingua melodica

 

 

Con una voce nuova dei “Clarinetti del sole” iniziò a parlare Pavlo Tychyna, il poeta dell’avanguardia della sfera del Rinascimento.

 

Usciamo al mattino come dalle caverne –

Tutto il paese coperto di fumo!..

Al posto dei fiori ci sono sciabole e lance

Scintillanti nella valle…

 

 

 

La letteratura ucraina del periodo del Rinascimento rosso del XX secolo fu riconosciuta una tra quelle più moderne, più d’avanguardia d’Europa. Lo stesso riguardava anche l’arte figurativa e il teatro ucraino. Uno tra i più famosi teatri di quell’epoca fu “Berezil”, con il suo celebre fondatore e direttore artistico Les Kurbas

Les Kurbas, fondatore e direttore artiscito del teatro Berezil'

Lui abbandonò completamente l’idea del provincialismo ucraino e fuse il materiale etnico con la visione moderna, creando il teatro della sintesi. Gli spettacoli del teatro Berezil’ riempivano le sale, poco dopo arrivarono i riconoscimenti anche da parte del governo.

Nel 1925, durante l’Esposizione internazionale di arti decorative e industriali moderne, all’Ucraina fu concesso di presentare il proprio padiglione separato da quello sovietico. Nel padiglione, Ucraina presentò diversi tipi di prodotti, ma Les Kurbas il direttore del teatro Berezil ebbe il prodotto più particolare, espose il modello della scenografia costruttivista del suo spettacolo “The walking delegate” costruito da Vadym Meller, che vinse la medaglia d’oro dell’Esposizione di Parigi. Il teatro Berezil fu subito apprezzato nell’Europa, aprendo Kharkiv agli europei e trasformando la città ucraina in una Mecca culturale.

                                                                                                                                   Vadym Meller

Il sangue versato dal popolo ucraino durante la guerra contro la Russia bolscevica diede l’inizio al fenomeno chiamato nella storia mondiale l’avanguardia ucraina. Il palazzo dell’Accademia ucraina delle arti a Kyiv, fondata nel 1917, negli anni 20 divenne un vero rifugio per tutti nuovi stili del modernismo. 

Accademia ucraina delle arti a Kyiv

Kyiv artistica attirava come un magnete i pittori di diverse etnie. Dal 1922 nell’Accademia iniziò ad insegnare un pittore di talento Oleksandr Bohomazov, l’arte del quale venne scoperta dal mondo intero solo un mezzo secolo dopo. 

Oleksandr Bogomazov e i suoi quadri: a sinistra Il Tram, a destra Il Ritratto 

Bohomazov ancora oggi è considerato uno dei più grandi pittori futuristici europei a pari livelli con il tedesco Franz Marc e l’italiano Umberto Boccioni. Da Pietroburgo a Kyiv ritornò anche Kazimir Malevich, l’autore del famoso e misterioso “Quadrato nero”. 

Kazimir Malevich e il suo Quadrato nero

Mykhailo Boychuk, il fondatore del movimento dei monumentalistici ucraini chiamato “boychukismo”, divenne conosciuto nel mondo della pittura a Parigi molti anni prima della “rivoluzione russa”, negli anni 20 si stabilì sempre a Kyiv portando con se anche i suoi allievi e il suo stile innovativo, la sintesi della pittura folkloristica ucraina e l’arte religiosa bizantina. Nel mondo dell’arte iniziarono a parlare di Kyiv e dell’arte figurativa ucraina come di un fenomeno separato dalla realtà sovietica.

Mykhailo Boychuk e i suoi quadri

A Kharkiv degli anni 20 non esisteva ancora il palazzo di letteratura, perciò il locale degli incontri dei giovani scrittori, pittori e artisti fu la caffetteria di Poch in via Sumska. Ogni artista qui aveva il suo tavolino, mentre per il pittore Anatol' Petrytskyi la caffetteria fungeva da studio, dove lui poteva trovare i modelli per i suoi ritratti. 

Anatol' Petrytskyi e i suoi quadri

Qui gli artisti creavano le loro opere, le presentavano ai loro colleghi, discutevano fino al mattino. Presto le discussioni dalle mura di caffetteria si furono riversate sulle pagine dei giornali, riviste e libri. La concorrenza tra gli scrittori fu talmente intensa che provocò un ulteriore sviluppo della letteratura ucraina, il Verbo ucraino si cristallizzò, divenne più raffinato, i giovani artisti alla ricerca dell’innovazione fusero la letteratura d’avanguardia europea con motivi etnici.

Lo scrittore ucraino Yuriy Yanovskyi scrisse: “Sta ritornando dall’ombra della storia una nazione soffocata ma ancora viva”. Lo sviluppo della cultura ucraina degli anni 20 suscitò paura tra le file degli esponenti del regime staliniano appena sorto… la ventata dell’ucrainizzazione fu violentemente interrotta a partire dal 1932-1933 con il genocidio contro il popolo ucraino detto Holodomor che uccise circa 7 milioni di ucraini, e finendo con le cosiddette purghe staliniane del 1937-38, durante le quali la maggioranza assoluta degli artisti ucraini degli anni 20 furono fucilati… Per questo motivo l’ondata degli artisti del periodo di ucrainizzazione oggi viene chiamata il Rinascimento fucilato. 

Dana Kuchmash

Edit: Gianni Serpico