Massacro a Maidan 18-20 febbraio 2014: risultati preliminari dell’indagine

Per il giorno del 18 febbraio del 2014 il popolo di Maidan aveva in programma una marcia pacifica verso la Verkhovna Rada al fine di richiedere ai parlamentari di revocare le leggi dittatoriali approvati il 16 gennaio del 2014.

La marcia pacifica in breve si è trasformata in un massacro provocato e effettuato dalle sporche mani dei miliziani dei Berkut e i cosiddetti titushky. Il culmine di questi eventi era la giornata del 20 febbraio quando la cosiddetta “compagnia speciale detta nera” dei Berkut, con a capo il comandante Dmytro Sadovnyk (identificato in diversi video materiali), armata con i Kalashnikov del vecchio modello AK-47 ha ucciso diverse decine di attivisti impavidi in via Instytutska.

Compagnia detta "nera" dei Berkut

Grazie al coraggio e sacrificio degli uomini presenti quel giorno in via Instytutska il popolo ha scacciato il dittatore Yanukovych e la sua banda. Subito dopo è stato formato un nuovo governo il quale ha promesso di indagare sull’accaduto e di mettere dentro tutti i colpevoli delle morti degli attivisti di Maidan. Tuttavia, fin dall’inizio sono sorti diversi problemi, tanti miliziani di Berkut sono fuggiti in Crimea e Russia, tanti hanno tradito per un’altra volta il proprio popolo unendosi alle file dei militanti delle organizzazioni terroristiche “DNR/LNR”, ma tanti sono rimasti al servizio della milizia e oggi continuano a lavorare nella nuova polizia. L’indagine si svolge molto lentamente, una volta arrestato comandante Sadovnyk è riuscito ad ottenere i domiciliari da un giudice (probabilmente corrotto? O solo intimidito?), ed nel giro di qualche giorno è sparito nel nulla. Lo stesso trucco di Sadovnyk lo hanno ripetuto anche gli altri miliziani del Berkut, oggi sono ricercati dalle forze dell’ordine.

Miliziani latitanti della compagnia nera

A due anni dagli eventi di Maidan le indagini sono ancora in corso, alcune indagini sono arrivate già in tribunale. Le difficoltà con le quali si scontrano gli investigatori sono di natura varia, da una parte l’assenza delle prove materiali e da un’altra il sistema giudiziario corrotto fino al midollo osseo che ha permesso ad alcuni esecutori materiali di fuggire e agli altri di passare con successo la riorganizzazione dei corpi speciali Berkut e a continuare a lavorare nelle forze dell’ordine. Il “caso Maidan” non si è ancora disciolto solo grazie agli avvocati della Centuria Celeste, agli attivisti e i parenti dei caduti i quali tengono sotto pressione gli investigatori, da soli cercano le prove e i testimoni, e partecipano a tutti i processi giudiziari.

Ma nonostante la resistenza del sistema corrotto l’indagine piano piano sta procedendo. La Procura Generale ha presentato le accuse a 27 persone colpevoli all’attacco violento a Maidan, 8 dei quali sono stati rinviati a giudizio e 17 sono latitanti (tra di loro anche Yanukovych, la direzione del Ministero degli interni, delle truppe interne, SBU e della milizia di Kyiv).

Il capo del dipartimento delle indagini speciali della Procura Generale Serhiy Horbatiuk ha dichiarato che 3 cosiddetti titushky sono sospettati del tentato omicidio dei manifestanti nella notte tra il 18 e 19 febbraio 2014, all’incrocio di vie Volodymyrska e Velyka Zhytomyrska. Oggi già alcuni titushky sono stati rinchiusi nel carcere, anche se ad alcuni di loro il sistema corrotto ha permesso di fuggire.

Dai vari streaming dal parco Mariinskyi nella giornata del 18 febbraio io ricordo le migliaia di titushky, i volti dei tanti si vedono abbastanza bene, quindi se il sistema non fosse così danneggiato ci sarebbero almeno le centinaia di titushky in carcere e non solo alcuni. Devo dire che la stretta collaborazione tra la criminalità (titushky) e milizia in modo così aperto (ci sono le testimonianze riguardo alla distribuzione delle armi da fuoco tra i titushky da parte della milizia nella mattinata del 18 febbraio) mi ha sconvolto, e ancora oggi a distanza di due anni il mio cervello non vuole accettare tale fatto. Per me una persona che va a fare un poliziotto non può collaborare a prescindere con la criminalità e non può appoggiarsi all’aiuto dei criminali solo per sgomberare una manifestazione scomoda al governo.

Secondo i dati della Procura generale durante gli eventi del 18-19 febbraio sono morte 16 persone, inclusi due morti durante l’incendio nel Palazzo dei sindacati, altri due uccisi da titushky in via Volodymyrska. Inoltre, più di 200 persone sono rimaste ferite, un terzo ha subito le ferite gravi.

Due giorni di scontri tra i manifestanti e la milizia sono giunti al culmine il 20 febbraio. Le truppe interne e i Berkut hanno iniziato a ritirarsi dal Maidan, i nostri Eroi coraggiosi presi dalla gioia hanno inseguito i miliziani in un contrattacco cadendo nella trappola della compagnia speciale detta “nera” del Berkut. La compagnia nera si distingue bene in tutti i video, tutti i miliziani indossano la divisa nera con una striscia gialla al braccio. Tutti erano armati con i Kalashnikov e sparavano senza un minimo di rimorso mirando gli uomini disarmati.

Comandante della compagnia nera Dmytro Sadovnyk in azione il 20 febbraio del 2014

Quel giorno in via Instytutska sono stati uccisi 48 manifestanti e 85 sono stati feriti con le armi da fuoco. L’indagine ha stabilito che questi 48 uomini sono stati uccisi da 25 miliziani. Diciotto miliziani della cosiddetta compagnia nera e due loro comandanti oggi sono latitanti. Cinque assassini sono in custodia giudiziaria. Due miliziani dei Berkut Pavlo Abros’kin e Oleksandr Zinchenko oggi sono sotto processo che dura ormai da un anno, con  problemi vari di tipo attacchi isterici nella sala del tribunale, gli svenimenti, gli attacchi cardiaci, la rotazione dei giudici e così via. Il loro comandante Dmytro Sadovnyk è stato processato ma il giudice invece di rinchiuderlo in carcere gli ha disposto solo gli arresti domiciliari, ciò gli ha permesso di fuggire senza problemi, le forze dell’ordine hanno iniziato a cercarlo solo 15 ore dopo la sua fuga, nonostante il braccialetto elettronico l’ha segnalato da subito. Sadovnyk è ancora latitante. Sono stati rinviati a giudizio altri due ex dipendenti della compagnia speciale del Berkut Oleksandr Marynchenko e Serhiy Tamtura. Un ufficiale del Berkut, tenente colonello, vice comandante del Berkut di Kyiv, Oleh Yanishevskyi è stato arrestato solo a luglio del 2015, fino ad allora lui tranquillamente ha continuano a lavorare nella milizia. Il suo comandante diretto, il comandante del Berkut di Kyiv, Serhiy Kusiuk è felicemente fuggito.

Tenente colonello del Berkut, Oleh Yanishevskyi in via Instytutska

I procuratori cercano di unire i casi contro ognuno di questi 5 miliziani in un caso unico degli omicidi di massa a Maidan, così facendo i procuratori vogliono processare i miliziani non per gli omicidi commessi personalmente da ognuno di loro, ma per la partecipazione in un gruppo terroristico che ha svolto un attacco terroristico contro la popolazione civile causando un centinaio di morti.

Frammenti delle armi e il numero di serie cancellato trovati dagli investigatori del SBU

Nelle ultime settimane c’è stata una svolta importante nelle indagini. Ad agosto del 2015 gli investigatori del SBU hanno trovato un nascondiglio nel distretto Holosiivskyi di Kyiv che conteneva le parti di 23 Kalashnikov e i frammenti del fucile da caccia. La maggior parte delle armi è stata volontariamente danneggiata, in particolare sono stati cancellati tutti i numeri di serie. È stata effettuata la perizia delle armi la quale è durata 6 mesi. SBU ha inviato i risultati della perizia alle forze dell’ordine e il capo del dipartimento delle indagini speciali della Procura Generale Serhiy Horbatiuk ha confermato che tali armi appartenevano alla compagnia speciale detta “nera” del Berkut, e proprio queste armi sono state utilizzate per uccidere i manifestanti in via Instytutska.

Il capo del Servizio della Sicurezza Ucraino (SBU) Vasyl Hrytsak ha dichiarato: “Oggi, grazie ai risultati ottenuti dal SBU, la giustizia è diventata più vicina”.

Speriamo sia davvero così…

Secondo i dati della Procura generale, durante tutto il periodo della Rivoluzione della Dignità sono stati feriti 2500 manifestanti, e 104 sono morti. Gli Eroi caduti durante la lotta contro il regime dittatoriale di Yanukovych oggi compongono la Centuria Celeste. Gloria a loro!

Dana Kuchmash

Fonti: https://www.sbu.gov.ua/sbu/control/uk/publish/article?art_id=173905&cat_id=173675&mustWords=%D1%80%D0%BE%D0%B7%D1%88%D1%83%D0%BA+%D0%B1%D0%B5%D1%80%D0%BA%D1%83%D1%82&searchPublishing=1

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