L’Ucraina - la lotta per la libertà

Presentiamo alla Vostra attenzione il progetto fotografico, che racconta la storia moderna dell’Ucraina. La storia, che vogliamo raccontarvi riguarda il periodo da novembre del 2013, dall’inizio della Rivoluzione della Dignità, fino al giorno d’oggi.

La nostra Rivoluzione ha dimostrato una grande capacità degli ucraini di auto-organizzarsi,  quando in poche ore ci si riusciva a raccogliere tutte le risorse necessarie, il vestiario, gli alimenti e i soldi. Con lo stesso principio è stato creato anche questo sito. Tutte le foto, i testi, le traduzioni dei testi e le programmazioni sono stati forniti gratuitamente, e ringraziamo per questo tutte le persone, che ci hanno aiutato nella creazioni di questo progetto.

 

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La sovranità ucraina ha più di mille anni, gli ucraini la conteggiano dalla Rus di Kyiv medievale. Nel corso dei secoli gli ucraini aspiravano il proprio Stato, cominciando le guerre e rivolte, mentre i vicini, più forti a quell’epoca, iniziavano le guerre per conquistarlo.

Dalla metà di XVII secolo la Moscovia ha sviluppato un’idea maniacale di togliere a tutti costi l’Ucraina dallo spazio europeo e fonderla al suo impero. Per tre secoli, fino alla caduta dell’ultimo impero moscovita (quello Sovietico) essa ci è riuscita benissimo.

Perciò, dall’anno 1991, superando i problemi dell’economia post sovietica e la passività dei funzionari post sovietici, gli ucraini esprimevano il desiderio di tornare allo spazio europeo.

Nel 2011 il presidente dell’Ucraina di allora Viktor Yanukovych ha dichiarato il sostegno della scelta europea del popolo ucraino e ha annunciato la prontezza dell’integrazione con le strutture europee. La firma dell’accordo di Associazione con l’Unione Europea, che si preparava dal 2007, era un passo importante per poter svolgere tale integrazione. L’integrazione con l’UE è stata sostenuta dalla maggioranza degli abitanti dell’Ucraina. L’unico Stato, che ha dimostrato il suo malcontento nei confronti del vettore estero dell’Ucraina, era la Federazione Russa.

Essa ha iniziato a pressare il governo ucraino di allora, per rendere impossibile la firma dell’Accordo. Presidente russo Vladimir Putin ha tentato di costringere Viktor Yanukovych, con il ricatto e la corruzione, a rinunciare al futuro europeo dell’Ucraina. Perché fin dal XVII secolo i russi considerano l’Ucraina, come la zona dei loro interessi geopolitici, cioè il cosiddetto “mondo russo”. Persino durante tutto il XX secolo il governo russo ha dimostrato più volte al mondo i suoi malvagi intenti nei confronti dell’Ucraina, basta ricordare la distruzione della Repubblica Popolare Ucraina nel 1920, l’Holodomor artificiale, che ha provocato le morti di circa 6 milioni degli ucraini nel 1932-1933, “Rinascimento Fucilato” - l’eliminazione fisica dell’intellighenzia ucraina dal 1936-1938.

A novembre del 2013, qualche giorno prima della firma dell’Accordo, Yanukovych, cedendo alla pressione violenta da parte della Russia, annuncia il rinvio della firma dell’Accordo. Ciò ha provocato l’indignazione del popolo, i cittadini ucraini hanno considerato questo passo come un inganno. Allo stesso modo hanno percepito questa decisione anche i leader dei paesi europei.

Il 21 novembre del 2013, prima a Kyiv, e poi nelle altre città dell’Ucraina, sono iniziate le manifestazioni massicce, che hanno avuto il nome “Euromaidan”. Il nome deriva dalla piazza principale della capitale, Maidan dell’Indipendenza, dove prima si sono svolte “Rivoluzione sul granito” nel 1990, che ha dato una spinta alla conquista dell’Indipendenza dell’Ucraina, e la “Rivoluzione Arancione” nel 2004, che non ha permesso a Viktor Yanukovych di falsificare i risultati delle elezioni presidenziali.

I cittadini sono scesi in piazza con la richiesta, rivolta al Presidente, di firmare l’Accordo di Associazione il 29 novembre, durante il summit “l’Ucraina - l’EU”, come era pianificato da tempo.

I giovani ucraini e l’intellighenzia, i giornalisti, i personaggi pubblici e della cultura, sono diventati il motore delle proteste pacifiche. Tuttavia nelle manifestazioni di massa hanno partecipato tutte le sfere di popolazione, il movimento per l’Ucraina nell’Europa è diventato nazionale.

Mentre il governo era occupato con la corruzione, il nepotismo e la copertura dei delinquenti, il popolo ucraino considerava la firma dell’Associazione come una chance di cambiare la situazione. Appunto per questo tanti hanno percepito il rifiuto dell’integrazione europea come la perdita di un’ultima chance per modernizzare il paese.

Nella notte del 30 novembre i corpi speciali della polizia hanno sgomberato con violenza la manifestazione pacifica degli studenti nel Maidan dell’Indipendenza.

In seguito all’uso di forza illegale le decine di persone sono state ferite e portate negli ospedali. I poliziotti per tutta la notte, perlustrando il centro città alla ricerca di manifestanti, li portava agli uffici distrettuali della polizia.

 Lo stesso atteggiamento durante gli sgomberi delle manifestazioni pubbliche viene praticato già da anni in Russia. Ma questa era la prima volta, che lo stesso modo simile è stato applicato in Ucraina, perciò la società subito si è radicalizzata.

E già tra qualche mese gli ucraini cominceranno a trovare sulle pagine dei militari e poliziotti russi dei vari social network le foto, dove questi militari e poliziotti russi indossano le divise della polizia e dei corpi speciali ucraini.

La gente ferita al Maidan dell’Indipendenza, perseguitata dalla polizia, hanno trovato rifugio nel monastero di San Michele della chiesa ucraina del Patriarcato di Kyiv. La chiesa ha dato la possibilità ai manifestanti di nascondersi, riposare e ricevere le cure mediche.

Nella serata del 30 novembre, in piazza davanti al monastero, è stato svolto un meeting spontaneo, in cui hanno partecipato circa 25 mila persone, indignate dalle azioni del governo.

Sul territorio della cattedrale viene creato un centro dei manifestanti. I cittadini comuni iniziano a portare a questo centro i vestiti caldi, gli alimenti, i soldi.

Nella giornata del 1 dicembre del 2013 più di un milione degli ucraini si sono radunati per la marcia di protesta a Kyiv, per chiedere di punire i colpevoli del pestaggio degli studenti e ritornare sulla strada dell’integrazione con l’Europa. Le marce e le manifestazioni simili si sono svolte in altre decine di città dell’Ucraina.

Durante i meeting i cittadini chiedevano le dimissioni del Governo, la punizione del Ministro degli affari interni, Vitaliy Zakharchenko, e degli esecutori diretti del ordine efferato. Questo meeting e quelli successivi hanno cominciato a chiamare in modo antico ucraino – “Viche”.

Intero mondo ha rivolto le sue attenzioni alla protesta ucraina, e i media principali hanno raccontato dello sgombero violento e della Marcia del milione. Mentre i canali televisivi russi svolgevano quello, che tra qualche tempo prende il nome di “propaganda di Cremlino”, nei servizi si raccontava dei “piccoli gruppetti dei manifestanti” e dei “fascisti” nel centro di Kyiv.

Nel frattempo Putin continua a “persuadere” Yanukovych nella correttezza delle sue azioni, proponendogli un prestito di 3 miliardi di dollari e le altre preferenze economiche. La Russia non vuole riconoscere, che sempre più cittadini ucraini sono contro il suo alleato-burattino.

A Kyiv, in Maidan Nezalezhnosti, nella giornata del 1 dicembre hanno iniziato a costruire una tendopoli. Viene dichiarato l’inizio della protesta pacifica a tempo indeterminato, fino alla totale realizzazione delle condizioni dell’Euromaidan.

In piazza Maidan vengono costruiti le cucine, il palco, i punti di informazione, i punti medici, i bagni, le guardie e addirittura l’università. Tutto ciò si è realizzato grazie all’autoorganizzazione dei cittadini, in modo spontaneo, senza gli ordini e le indicazioni “dall’alto”.

Le proteste simili sono iniziate anche nelle tante regioni dell’Ucraina. Nelle decine di città costruiscono le tendopoli, svolgono i meeting regolari, raccolgono il vestiario e gli alimenti per sostenere i manifestanti a Kyiv. A sostegno dell’Euromaidan in tanti paesi del mondo svolgono gli eventi culturali, le marce e le manifestazioni.

Presidente Viktor Yanukovych respinge tutte le richieste e rifiuta di condurre un dialogo con i manifestanti. Nonostante Yanukoviych avesse dichiarato pubblicamente i suoi impegni di rispettare il diritto per la protesta pacifica, nella notte tra il 10 e l’11 dicembre il governo tenta di sgomberare la tendopoli nel centro di Kyiv.

Nell’attacco contro i manifestanti hanno partecipato le centinaia dei poliziotti, inclusi i reparti dei corpi speciali. Tuttavia, per la difesa di Maidan sono scesi per le strade migliaia degli abitanti di Kyiv, che hanno raggiunto il centro città di notte, quando la temperatura fuori era -10°C. I cittadini hanno bloccato con i propri corpi l’accesso a Maidan e non hanno permesso di sgomberare la tendopoli.

Al mattino i manifestanti hanno iniziato a chiedere le dimissioni del Presidente Yanukovych.

L’Euromaidan ha resistito all’attacco ed è diventato il territorio della libertà nel paese, dove il Presidente Yanukovych e la sua squadra imponevano le loro “regole”. Il centro di Kyiv si trasforma nella Sich di Zaporizhzhia cosacca, si trasforma nella comunità delle persone libere e orgogliose.

Il trattamento, che il governo ha riservato ai propri cittadini non fa altro che aumentare la quantità dei sostenitori di Euromaidan. Le decine di migliaia dei volontari hanno cominciato a supportare il Maidan, fornendo i medicinali, gli alimenti e i soldi.

Per screditare la protesta popolare il governo ha iniziato ad organizzare le manifestazioni contro il Maidan. Per il cosiddetto Antimaidan radunavano i partecipanti a pagamento, oppure a costrizione, minacciando di licenziarli dal loro lavoro, in particolare in questo modo radunavano i dipendenti statali. Oltre alle sfere non protette della popolazione, all’Antimaidan portavano anche i delinquenti, che praticavano gli sport, i cosiddetti “titushky”, per provocare le risse.

Dopo la perdita degli alleati nell’Europa e dell’autorità tra i propri cittadini, il Presidente Yanukovych esegue i passi attivi per avvicinarsi di più alla Russia. Prendendo l’esempio dalla Russia, nell’Ucraina vengono attaccate le libertà civili.

Il giorno 16 gennaio del 2014 arriva la svolta decisiva. La Verkhovna Rada, violando il regolamento del Parlamento, ha approvato le leggi, che limitano significativamente la libertà di parola, la liberta di manifestare, l’attività delle organizzazioni non governative. I deputati praticamente hanno reso illegale qualsiasi tentativo di presentare la posizione alternativa, perché veniva applicata la censura su Internet, la registrazione obbligatoria dei siti, la vendita delle SIM-card solo dopo previo presentazione del passaporto.

Queste “leggi dittatoriali” sono state approvate grazie alla maggioranza filo-presidenziale, cioè il Partito delle Regioni e il Partito Comunista, la maggioranza dei deputati non hanno neanche letto le leggi, che hanno approvato.

Nell’Ucraina iniziano le pratiche di rapimenti e pestaggi degli attivisti pubblici. Dalle altre regioni portano a Kyiv i delinquenti, che danno il via al terrore sulle strade: bruciavano le auto, pestavano la gente, intimidivano, ecc ecc. Per opporsi a questo fenomeno i cittadini si organizzano, in particolare viene creata la comunità di “Automaidan”, per difendere la città dalla criminalità filo-governativa.

I cittadini non vogliono accettare di rinunciare alle libertà democratiche e si ribellano alla tirannia. In via Hrushevksoho, sulla strada per il Palazzo del Governo e per il Palazzo del Parlamento, scoppiano gli scontri tra i manifestanti e la polizia. La polizia negli scontri utilizza le armi da fuoco, le bombe stordenti e i mezzi blindati.

Negli scontri da parte della polizia, contrariamente alla legislazione dell’Ucraina, partecipano i combattenti dello spetsnaz Russo. La polizia pesta e umilia in vari modi i manifestanti catturati, ad esempio li spoglia, quando fuori si gela, e costringe a fotografarsi.

In seguito alle azioni violente e illegali della polizia alcune persone sono morte, mentre le centinaia sono rimaste ferite. Contemporaneamente agli scontri in via Hrushevskoho il governo organizza gli omicidi e i rapimenti dei feriti dagli ospedali.

Dopo qualche giorno degli scontri il governo fa un passo indietro. Euromaidan rimane in piazza fino all’attuazione di tutte le richieste, annunciate prima.

Il giorno 18 febbraio del 2014 i partecipanti delle proteste hanno organizzato una marcia pacifica fino al palazzo del Parlamento, con la richiesta di revocare le “leggi dittatoriali”. Però il governo ha rifiutato di ascoltare i propri cittadini per un’altra volta.

Nonostante la promessa del governo di garantire la sicurezza dei manifestanti, qualche centinaia dei criminali armati insieme alla polizia aggrediscono la marcia. Questo attacco ha dato l’inizio ai 3 più sanguinosi giorno di Euromaidan.

Il governo, usando i mezzi blindati pesanti, i tiratori scelti e i criminali armati, comincia ad assaltare il Maidan.

Più di cento persone sono morte, le migliaia sono ferite.

L’attacco sanguinoso a Maidan ha smosso le regioni dell’Ucraina.

Siccome il governo continua a ignorare le richieste dei manifestanti, allora i cittadini nelle regioni occupano i palazzi delle autorità locali.

La polizia abbandona gli uffici e si ritira. Per combattere le bande criminali i cittadini creano le guardie pubbliche, che pattugliano le città.

Presidente Yanukovych perde completamente il controllo della situazione nella capitale, nelle regioni occidentali, centrali e meridionali del paese. Nella notte tra il 21 e il 22 febbraio del 2014 Viktor Yanukovych lascia Kyiv e va a Kharkiv, dove con il sostegno della Russia cerca di organizzare l’assemblea per poter dichiarare le regioni orientali indipendenti dall’Ucraina. Tuttavia, questo piano fallisce.

Yanukovych e la maggioranza del suo governo fuggono in Russia, portando con se e beni rubati in Ucraina. In base alla Costituzione dell’Ucraina il fuggiasco è stato destituito dalla carica, in quanto impossibilitato di eseguire i doveri nelle sue mansione da Presidente. Lo speaker del Parlamento, Oleksandr Turchynov, viene nominato Presidente ad interim, fino alle elezioni del nuovo Capo di Stato. È stato creato un nuovo governo con Arseniy Iatseniuk a capo.

Dopo la fuga dei precedenti capi di Stato, gli ucraini scoprono i numerosi fatti degli abusi di ufficio e della corruzione. I cittadini hanno la possibilità di vedere le abitazioni private del Presidente, del Procuratore generale e degli altri funzionari, i quali secondo l’informazione ufficiale non possedevano alcun business e non potevano avere dei grossi beni.

In totale, secondo i dati della Procura Generale, Viktor Yanukovych si è impossessato di più di 100 miliardi dollari dai fondi dello Stato.

L’Ucraina ha pagato il prezzo alto per liberarsi dalla dittatura e per avere la propria scelta di far parte dell’Europa.

Durante le proteste, a cominciare da novembre del 2013 e fino a febbraio del 2014, che venivano chiamate la “Rivoluzione della Dignità”, sono morte più di 100 persone. Tra le vittime del regime di Yanukovych, oltre agli ucraini, ci sono stati anche i bielorussi, armeni e georgiani.

Tutti loro fanno parte del Memoriale dei martiri per l’Indipendenza ucraina, chiamato Centuria Celeste.

Subito dopo il rovesciamento del regime di Yanukovych è iniziato il ripristino della vita pacifica e della stabilizzazione dell’economia. Il compito più importante era di svolgere le elezioni del Presidente il 25 maggio, affinché lo Stato ottenga il suo Capo legittimo.

Finché nella capitale cercavano di ripristinare il lavoro della polizia, i suoi doveri li svolgeva “l’Autodifesa di Maidan”. Che a sua volta si è occupata della protezione dei palazzi dei ministeri, del Palazzo di Parlamento, e delle ambasciate degli Stati stranieri.

Il nuovo Governo da subito ripristina il processo dell’integrazione con l’Europa.

Fonte: https://ukrainefreedom.org/it/

Traduzione di Dana Kuchmash