Insediamento forzato di contadini russi nelle regioni sud-orientali dell'Ucraina dopo il Holodomor del 1932-1933

Al Memoriale delle vittime di Holodomor a Kyiv si è aperta la mostra dedicata all’insediamento forzato di contadini russi e bielorussi nel Donbas negli anni successivi alla grande carestia terroristica [ndT: così definiva il Holodomor grande Robert Conquest], pianificata e attuata durante la collettivizzazione sovietica nel 1932-1933. Al Memoriale vengono esposti documenti del Partito comunista sovietico, fino a poco tempo fa segretati negli archivi, che descrivono dettagliatamente come è avvenuto questo reinsediamento. Ricercatori del Museo sono convinti che queste informazioni circa l’assimilazione forzata dei russi in Ucraina possano spiegare in parte il separatismo in alcune zone dell’Ucraina Orientale.
Il insediamento e assimilazione forzati dei russi hanno avuto inizio subito dopo la carestia artificiale del 1932-1933. La parte più attiva della popolazione ucraina è stata annientata, ma le terre dovevano essere coltivate; così i vertici sovietici hanno pensato di spostare nelle zone dell’Ucraina Orientale, diventate quasi deserte, i nuovi abitanti. Già nel 1939 il Censimento nazionale ha rilevato il cambiamento della composizione etnica della popolazione. Questo cambiamento in base etnica ha comportato la perdita della memoria della carestia da parte dei discendenti dei nuovi arrivati. Difatti gli storici delle carestie molto spesso si sentivano rispondere che “non c’era qui nessuna carestia” .


I contadini russi dalla Regione di Gorkiy, [attualmente Nizniy Novgorod, Russia Centrale], e dalle Regioni di Kursk, Voronezh e Tambov sono arrivati nelle regioni di Dnipropetrovsk, Kharkiv, Odesa, Donetsk. In totale sono giunti 329 convogli ferroviari, circa 23 mila persone.


Secondo le direttive del Comitato Centrale del Partito comunista sovietico, gli organi locali dovevano pensare ad organizzare tutto il necessario per ricevere i coloni. I contadini ucraini esausti e affamati dovevano ripulire le case e cortili deserti, portando via i cadaveri, imbiancare le case, rimettere a posto il mobilio e attrezzi e fornire tutto occorrente affinché i nuovi arrivati potessero subito cominciare a lavorare la terra. Ai coloni sono stati concessi degli incentivi come, ad esempio, l’esenzione dalle tasse per due anni. Dalla Russia venivano spostati non solo le singole famiglie , ma interi kolkhos. Ai coloni veniva consegnato il grano che prima era espropriato agli contadini ucraini durante la carestia. Tra gli abitanti locali e i coloni spesso nascevano i conflitti, anche perché la popolazione autoctona era obbligata, invece, pagare tutte le tasse. Uno dei documenti esposti alla mostra parla di un ordine di “ acquistare i fonografi per i coloni russi con le risorse delle aziende agricole locali”. Nelle scuole ucraine sono state aperte le classi russe, venivano portati giornali e libri in lingua russa per le biblioteche e le case della cultura. Inoltre,molti contadini ucraini che erano fuggiti prima, ora, dopo essere ritornati, trovavano le loro case occupate dai coloni. Una norma vietava restituirle agli abitanti locali.


“Questa mostra è una continuazione logica delle precedenti iniziative del Memoriale delle vittime di Holodomor- racconta la curatrice Yana Hrinko- è fa parte di un ciclo “ I crimini del totalitarismo sovietico. L’esposizione precedente è stata dedicata alla lotta per la liberazione degli anni 20 del secolo scorso in Ucraina. Dopo la prima carestia 1919-1920 sono state più di 4 mila sollevazioni contadine in Ucraina contro il potere bolshevico. Il genocidio è una risposta a qualsiasi opposizione. Il Holodomor è stato un colpo potente all’indipendenza ucraina. Qui si tratta della politica ben progettata dell’assimilazione violenta : prima far morire per fame la popolazione ucraina e poi impiantare una nuova popolazione senza un’idea nazionale da combattere” .
Tutti i materiali esposti alla mostra provengono dall’Archivio Centrale di Stato e dall’Archivio centrale del Servizio nazionale della sicurezza, SBU.
di Euromaidanpr per Italia

Fonte: https://www.radiosvoboda.org/content/article/27018943.html

Pochi giorni fa è uscito il libro di uno degli storici italiani più seri, per quel che riguarda la storia dell'URSS e dell'Ucraina, Ettore Cinnella "Ucraina: il genocidio dimenticato 1932-1933", sicuramente da leggere: https://www.dellaportaeditori.it/portfolio/ucraina-il-genocidio-dimenticato/