Ennesimo tentativo della propaganda russa di affossare la verità sulla realtà ucraina. Il caso Moreira contro Chesanovska-Jaillard

Immagine di Glavcom

In questi giorni il mondo ucraino è stato sconvolto dalla notizia dell'arresto in Italia di Vitaliy Markiv, un combattente della Guardia Nazionale Ucraina, accusato dell'omicidio del fotoreporter italiano Andrea Rocchelli avvenuto nei pressi di Slovians'k a maggio del 2014. Per ora non si sa quali siano le prove dell'accusa contro Markiv, le autorità ucraine si muovo e cercano di fare tutto il possibile per liberare l'ucraino. Questo caso viene seguito e descritto dal blog StopFake con tutte le prove oggettive che potete trovare qui https://www.stopfake.org/it/andrea-rocchelli-arrestato-in-italia-un-ucraino/ .
Intanto la propaganda russa tramite la tv di stato italiana diffonde un altro
fake vergognoso https://www.stopfake.org/it/rai-1-confeziona-un-fake-sulla-morte-di-rocchelli-in-ucraina/

Io, invece, vorrei raccontarvi un altro fatto meno seguito dalla stampa ma sicuramente abbastanza rilevante in quanto creerebbe un precedente pericoloso per tutti coloro che combattono la propaganda russa. Si tratta del caso giudiziario Moreira contro Chesanovska-Jaillard conclusasi il 29 giugno a sfavore della giornalista e blogger ucraina Anna Chesanovska-Jaillard.

Ricordiamo che il 1 febbraio del 2016 il canale televisivo francese Canal+ ha trasmesso un documentario di Paul Moreira Ukraine, les masques de la révolution. Il film è stato presentato come un'inchiesta, tuttavia dopo la messa in onda tale "documentario" è stato criticato da tutti i giornalisti francesi che seguono la causa ucraina.
Tempo addietro ho dedicato anch'io un po' di tempo per raccontare ai lettori italiani la verità riguardante il lavoro di Paul Moreira, ho pubblicato i commenti di alcuni giornalisti francesi e ucraini sfruttati a loro insaputa per creare questo prodotto propagandistico alla Russia Today (qui trovate l'articolo https://www.stopfake.org/it/ukraine-les-masques-de-la-revolution/ )

Una delle persone sfruttate da Moreira era Anna Chesanovska Jaillard, una giornalista, blogger ed interprete ucraina, una dei pochi che scrive in francese sull'Ucraina, una dei pochi che scrive per le
testate importanti. Anna Chesanovska Jaillard ha sostituito per un breve periodo la traduttrice di Moreira che si è ammalata. In particolare,  il regista ha chiesto ad Anna di tradurre due interviste, quelle a Ihor Mosiychuk e Andrii Biletskyi (comandante del reggimento Azov).

«Erano delle semplici interviste con diverse domande, non ho visto nulla di criminale. Traducendo, io spiegavo la situazione ucraina a Moreira. Sapevo che lui volesse preparare il materiale riguardo alla destra
ucraina, ma non c'era nulla che potesse mettermi in guardia o preoccuparmi nelle conversazioni con Moreira.  Anzi, pensavo fosse importante partecipare allo smascheramento dei miti della propaganda russa e mostrare la situazione con la destra ucraina così com'è in realtà
" - dice Anna in un'intervista al Glavcom.

Quando è uscito il film Anna è rimasta sconvolta fin dai primi minuti della proiezione. Moreira ha usato le sue traduzioni senza cambiare le parole, tuttavia strappando le frasi dal contesto o tagliando le interviste per ottenere il risultato voluto. Ad esempio, Anna racconta alla giornalista di Glavcom: "Moreira chiede a Biletskyi di com'è composto il reggimento Azov, lui risponde, che il reggimento è composto da 65% dei nazionalisti tra i quali ci sono i rappresentanti di diverse etnie: ucraini, russi, bielorussi ecc. ecc. Durante il montaggio del film la frase riguardo alla varietà delle etnie sparisce e rimane solo il "65% dei nazionalisti". Cioè, formalmente le parole di Biletskyi sono state usate correttamente ma la sua spiegazione e altri particolari importanti Moreira le ha eliminate."

Proprio questo fatto della manipolazione delle traduzioni ha spinto Chesanovska a scrivere un articolo, perché lei era unica che ha visto le immagini reali e ha sentito le vere interviste senza il montaggio, perciò poteva dimostrare la verità.

Il primo suo articolo è uscito nella Liberation, dove lei ha esposto i fatti e le prove delle manipolazioni svolte da Moreira (https://comite-ukraine.blogs.liberation.fr/2016/02/03/ukraine-les-masques-de-la-revolution-ou-la-manipulation-au-montage/ ).
Nel secondo articolo la giornalista ucraina semplicemente ha tradotto una parte dell'intervista della registra ucraina Yulia Serdyukova nella quale lei accusa Moreira del plagio. In effetti il regista francese ha usato le immagini del documentario "Все палає" ("Tutto brucia") senza alcun autorizzazione del produttore. Questo articolo di Anna Chesanovska Jaillard è uscito nel Huffington Post (https://www.huffingtonpost.fr/anna-jaillard-chesanovska/paul-moreira-documentaire-ukraine-plagiat_b_9183802.html)
Anna non ha espresso alcuna sua opinione esponendo semplicemente i fatti e le parole della Serdyukova. Proprio per questi due articoli Paul Moreira ha accusato Anna di diffamazione.

Durante il processo gli avvocati di Moreira hanno presentato al giudice la foto di Chesanovska con Vasyl Slipak, il solista dell'opera di Parigi caduto proprio un anno fa dalla mano dei militari russi. In questo
modo loro hanno cercato di provare che Anna non è una giornalista imparziale, ma una rappresentante di Pravyi Sektor e quindi non può esprimere la sua opinione.


Foto utilizzata dall'avvocato di Moreira per dimostrare che Anna non è una giornalista imparziale

Riguardo al giudice Anna Chesanovska dichiara nella sua intervista: "Mi sembra che il giudice non s'intenda più di tanto nella questione ucraina. Le sue domande sono rivolte più alle particolarità della destra in Ucraina, invece del senso della causa giudiziaria stessa. Si vede che il tema la interessa, ma lei come tutti gli altri francesi non conoscendo bene la situazione è molto cauta nelle sue conclusioni. Tuttavia, ho una sensazione che lei non capisca sia il senso del conflitto tra Ucraina e Russia, sia il senso di quello tra me e Paul Moreira che si svolge davanti ai suoi occhi. In ogni caso, il giudice non approfondisce l'oggetto della causa ma indaga sul fatto se io avessi diritto di esprimere la mia opinione".

La sentenza è stata pronunciata il 29 giugno. Purtroppo Anna ha perso e il giudice ha stabilito che giornalista ucraina deve pagare: 5000 euro dei danni morali a Moreira; compensare 3000 euro che il francese ha speso per l'avvocato; pubblicare la rettifica in una testata scelta da Moreira spendendo per questo fino a 5000 euro; pagare 500 euro di multa allo stato per aver violato la legge; compensare 127 euro delle spese giudiziarie.

Anna Chesanovska Jaillard nei suoi articoli non ha espresso nessuna sua opinione personale ma ha esposto i fatti e le traduzioni. Altri giornalisti francesi di Le Monde e Liberation sono stati molto più duri nella loro valutazione del lavoro di Paul Moreira, però il regista francese ha deciso di accusare di diffamazione solo la Chesanovska. Perché ha scelto di colpire proprio lei? Forse perché è una dei pochi che scrive la verità sull'Ucraina in lingua francese, è una dei pochi giornalisti ucraini, gli articoli della quale
vengono pubblicati anche dalle testate importanti. Accusandola di diffamazione la propaganda russa cerca di screditare non solo Anna ma anche tutti gli altri giornalisti e blogger proucraini. Inoltre Chesanovska stessa dichiara nell'intervista al Glavcom: "Mio difensore crede che la denuncia di Moreira nei miei confronti è un passo pianificato, siccome io sono una tra i pochi giornalisti ucraini che scrive in francese e ha una posizione ben decisa. I media francesi di solito evitano di esprimersi in merito ad una questione sensibile. Perciò accusa di diffamazione è un tentativo di chiudere bocca a tutti coloro che in qualche  modo possono formare l'opinione pubblica sulla guerra russo-ucraina".

Ora l'avvocato di Anna Chesanovska Jaillard ha presentato il ricorso in appello, aspettiamo con ansia l'esito e speriamo nella vittoria di Anna. Altrimenti la sua condanna definitiva potrebbe diventare una trappola per tutti quelli che cercano di informare il mondo sulla vera situazione nell'invasione russa nell'Ucraina.

Dana Kuchmash

Fonte: https://glavcom.ua/interviews/maski-moreyri-chomu-francuzkiy-dokumentalist-obrav-mishennyu-ukrajinsku-zhurnalistku-422096.html

https://www.eurointegration.com.ua/news/2017/07/1/7067930/

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