Chornobyl: una catastrofe annunciata

 La legislazione ucraina vieta di limitare l’accesso all’informazione riguardante lo stato dell’ambiente e le catastrofi ecologiche. Nell'epoca sovietica, invece, qualsiasi informazione inclusa quella sui disastri sia ambientali sia industriali che metteva in mostra i disaggi del “paese del socialismo sviluppato” era classificata. Tale informazione veniva protetta meticolosamente anche mettendo a rischio la salute e le vite delle migliaia dei cittadini. 

 

Gli “organi” onnipresenti raccoglievano accuratamente questi materiali, li elaboravano e rapportavano alla direzione dello Stato. Il Partito a sua volta prendeva certe decisioni senza considerare gli interessi dei “comuni mortali” e senza avvisarli del pericolo. A volte le situazioni rimanevano senza alcuna reazione del Partito, perché si pensava se del problema nessuno sapeva, allora non c’era il motivo di reagire in alcun modo, “in qualche modo sarebbe passato da solo”. Il disastro del 26 aprile 1986 a Chornobyl poteva capitare solo in un paese del genere. 

La centrale nucleare di Chornobyl V.I.Lenin era considerata una struttura strategica dell’URSS. Per questo motivo il KGB la teneva sotto controllo fin dall’inizio della sua costruzione. Nella comunicazione dei cekisti del 19 settembre 1971 leggiamo: “In base alla direttiva della XXIV Assemblea del PCUS nella regione di Kyiv, provincia di Chornobyl, nei pressi del villaggio Kopachi viene eretta la prima nella RSSU centrale nucleare di Chornobyl con la potenza di 2.0 mln di kW”. Poi viene presentata la documentazione tecnica della struttura. Inoltre, i servizi segreti comunicavano che la descrizione tecnica dettagliata la possedeva solo il Ministero dell’energia dell’URSS, mentre il Ministero dell’energia della RSSU non deteneva tale documentazione e né ha l’esperienza della gestione delle centrali nucleari.  

Fin dall’inizio nelle comunicazioni dei servizi possiamo leggere gli avvisi: “La questione della scelta e l’insegnamento del personale edile e dei dipendenti stessi della Centrale di Chornobyl deve essere svolta con maggiore cura rispetto alle stazioni elettriche semplici, in quanto le conseguenze della negligenza del personale della centrale nucleare possono provocare i danni più pericolosi”. 

I rapporti del KGB riguardanti la centrale nucleare di Chornobyl fino al disastro dell’aprile 1986 erano pieni dell’informazione sulla negligenza e abuso durante la costruzione e funzionamento della stazione. Il 17 agosto 1976 i servizi comunicavano del possibile rinvio dell’inaugurazione della centrale per l’anno successivo a causa dei ritardi nei lavori di costruzione. Mentre durante la costruzione stessa venivano utilizzati i materiali di bassa qualità. 

Ecco alcuni estratti dalle comunicazioni sulle violazioni tecniche: “I controlli a raggi gamma hanno individuato le crepe nelle tubature, per questo motivo i tubi non erano idonei per l’uso e dovevano essere rispediti al produttore per correggere il guasto con i macchinari di fabbrica... Tutti i tubi dopo la riparazione direttamente in centrale nucleare sono stati montati all’impianto... La fabbrica dei mattoni di Bucha (regione di Kyiv) fornisce sistematicamente al cantiere della centrale nucleare le piastrelle e mattoni di bassa qualità (45 unità di resistenza con la norma di 75 unità)… Ad aprile del 1976 in seguito alla violazione della tecnologia della cementazione del serbatoio per gli scarti radioattivi liquidi di 5 mila metri cubi, a causa della negligenza del capocantiere l’involucro d’acciaio è stato deformato. Per questo motivo durante l’avviamento il serbatoio poteva causare delle perdite radioattive e la contaminazione dell’ambiente circostante”. 

La situazione non fu cambiata neanche alcuni anni dopo quando fu avviato il primo reattore della stazione. Il 17 gennaio 1979 “in base ai dati operativi ricevuti, in alcune zone del cantiere del reattore 2 della centrale nucleare di Chornobyl sono stati registrati i fatti della deviazione dal progetto approvato e le violazioni dei lavori edili le quali potrebbero portare alle avarie e agli incidenti”. Circa un mese dopo, il 19 febbraio, successe la prima avaria con il successivo arresto del primo reattore della centrale di Chornobyl. 

Il 20 aprile 1981 si manifestarono le perdite cospicue sul territorio della stazione, subito dopo il KGB comunicò al partito: “Il servizio della sicurezza radioattiva della centrale nucleare ha circoscritto una zona di 180 mq con il livello della radiazione a 20 microroentgen al secondo con la norma di 0.8 microroentgen”. 

Nello stesso anno il KGB ha rapportato: “durante il periodo del lavoro dal 1977 al 1981 nella centrale nucleare sono successi 29 arresti per avaria, 8 dei quali per colpa del personale di servizio”. 

Il 9 settembre 1982, all’inizio dell’anno scolastico, accadde un’avaria del reattore 1 della centrale sulla quale la direzione repubblicana del KGB ricevette subito il rapporto della sezione di Kyiv. All'inizio si pensava di liquidare le conseguenze dell’avaria in 5 giorni. Tuttavia, la contaminazione si rivelò maggiore rispetto a quella presentata dai funzionari. Nella comunicazione inviata da parte del direttore del KGB della RSSU S.Mukha al vertice del partito del 13 settembre si parlava già di 10 giorni per sistemare la situazione. 

La commissione formata per stabilire le conseguenze dell’incidente lavorò dal 18 al 28 ottobre, un mese e mezzo dopo quei “cinque giorni necessari per liquidare la contaminazione”! I membri della commissione constatarono: “Nei pressi del villaggio Chystohalivka, in direzione sud-sud-ovest a 5 km dalla centrale nucleare, sul terreno vengono registrate le particelle “scottanti” di 10x20 micrometri, l’attività delle quali oscilla tra 10-7x10-9 сurie che supera centinaia di volte le norme accettabili”. Proprio queste particelle “scottanti” sono le più pericolose per l’essere umano, lo affermano gli esperti, e penetrando nell’organismo possono provocare le complicazioni serie fino ai risultati letali “bruciando” i tessuti dell’organismo”. Nonostante il pericolo il Partito vietò di avvisare dell’accaduto gli abitanti della zona circostante. 

Malgrado le conseguenze gravi dell’avaria, il 5 novembre il capo dei servizi segreti si affrettò di tranquillizzare Volodymyr Shcherbytskyi: “La situazione operativa alla centrale nucleare e nei dintorni si è normalizzata. Non sono stati registrati i fatti della diffusione delle voci di panico”. Da qui vediamo che lo scopo principale era bloccare le “voci di panico” e non avvisare i cittadini del pericolo. La gente poteva morire, bastava che lo facesse in silenzio. 

“Ancora nel periodo prima del disastro, - scriveva delle sue memorie il funzionario del KGB Yuriy Petrov, - in modo operativo è stata ricevuta l’informazione d’avvertimento riguardo ai numerosi fatti dello svolgimento negligente dei lavori edili, della fornitura dei macchinari difettosi, della violazione della disciplina tecnica e delle regole della sicurezza antincendio e quella radioattiva. Solo nell’arco degli anni 1983-1985 sono avvenuti 5 incidenti e 63 arresti dei macchinari principali, ciò accompagnato dai danni materiali sostanziosi. L'informazione allarmante subito veniva comunicata alle istituzioni superiori. Tuttavia, non sempre si otteneva una reazione. Anzi, quando in base ai materiali del dipartimento comunale di Prypiat’ del KGB, fu trasmessa l’informazione al Comitato centrale del partito comunista ucraino, la quale comunicava delle perdite radioattive della centrale nucleare di Chornobyl, essa fu qualificata come una disinformazione, mentre alcuni agenti del KGB ottennero una punizione”. 

Le crepe nei reattori 3 e 4 furono documentate da parte del KGB anche il 17 marzo 1984. Il primo dei reattori in quel momento lavorava per poco più di due anni, l’altro invece era in fase di avviamento. Però il tempo di completare i lavori a dovere non fu trovato, più tardi i kaghebisti rapportavano della fretta dell’inaugurazione prima del termine prestabilito per far sì di essere in tempo per l’apertura dell’assemblea del partito comunista. 

A ottobre dello stesso anno gli agenti dei servizi speciali prepararono un’analisi speciale del lavoro di tutti e quattro reattori. “Durante lo svolgimento delle misure di controspionaggio abbiamo effettuato un’analisi della sicurezza del lavoro dei reattori della centrale nucleare di Chornobyl. In seguito al lavoro svolto è stato constatato che i reattori 1 e 2 sono meno sicuri per l’ambiente... I reattori 3, 4 e quelli successivi (in quel momento erano ancora in costruzione – V.V.) sono costruiti in modo più sicuro... Ciononostante, secondo i dati degli specialisti, questi reattori non garantiscono un lavoro sicuro in quanto non sono stati testati nelle condizioni estreme”. 

 

Il 26 aprile 1986 i dipendenti della centrale nucleare di Chornobyl svolsero un esperimento nel reattore 4 finito con un’esplosione alle ore 1:23. 

 

Volodymyr Viatrovych, dal libro Ucraina: Storia classificata

 

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